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192 de iciarchia


Battista. E io vorrei così vederli che invero e’ fussero principi; non che e’ paressero alla multitudine imperita e stolta principi, ma fussero.

Paulo. Come si può parere in questo e non essere?

Battista. Dissi agli imperiti, quali sono molti. E par loro che ’l summo stato e bene del principato sia trovarsi in quella copia e affluenza di superchie delizie, accerchiato da molti assentatori, temuto dalla multitudine, e ogni suo cenno osservato da tutti. Tutte queste cose saziano e per uso assiduo fastidiano, e vedera’li non raro per avere qualche ora quieta si rinchiuggono in qualche cantuccio della casa solitari. E non vorrei che questi nostri figliuoli desiderassero simile vita. Nulla peggio, nulla maior infelicità in qualunque sia stato che aggiudicarsi nato per servire al ventre e all’altre oscenità lascive. E che furore fia questo degli animi bestiali, se vorranno più essere temuti che amati? Quanti saranno che temano te, tanti odieranno te. Se tu sarai odiato da molti, per certo a te sarà necessario temer molti. Tu adunque fusti cagione di questo tuo infortunio. Niuna mala fortuna piggiore che avere molti nimici. E a chi sia malvoluto e odiato, suo debito, gli sequita pessimo fine in tempo e miserabile eccidio. E queste copie della fortuna, molti cavalli, bella famiglia, suntuoso vestire, vivere lauto e splendido, la casa magnifica, ben parata, molti salutatori, qual tutte ancora cose si fanno a’ privati conviti nuziali, non vi niego sono ornamento della dignità. Ma io in altro credo che consista la maiestà e celsitudine del vero essere principe e del principato. E sarammi più facile qui testé negare che simili dette delizie e superfluità siano el summo e primario bene a’ principi, che non sarebbe facile esplicare quale i’ credo che sia e in che e’ consista, s’i’ prima non intendessi da’ suoi veri principi che differenza abbi in sé uno privato buon cittadino da un re.

Paulo. Se mai altra differenza non vi fusse, eccone una molto grande: el principe comanda ed è obbedito; e’ sudditi cittadini fanno e seguono quanto el principe comandò.

Battista. Comandò? Ora sono io in maior dubbio

Paulo. E che ti può venire in mente da dubitarne?