Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. II, 1966 – BEIC 9707880.djvu/160

154 profugiorm ab ærumna

la perturbazione t’alletta; ma come chi navica, se ’l vento preme questa banda, tu in quell’altra osta e offirmati. Non favoreggiar sempre alla causa tua, ma confirma teco ogni ragione e scusa di chi ti spiacque. Così seguiranno tuo corsi in vita, sopra e’ flutti e tempesta del vivere, equabili e sicurissimi.

Dicemmo de’ dispiaceri quali in noi occorsero da noi stessi, e dicemmo de’ dispetti e iniurie ricevute dagli altri uomini. Ora investigheremo ragioni e modo di sedarci e acquietarci dalle perturbazioni commosse in noi da’ tempi communi, da’ casi e fortune nostre. Ma qui prima interporrò quanto mi si porge a mente che noi non rarissimo in nostre molestie e affanni incolpiamo forse e questo e quell’altro uomo di cose quali in prima surgono d’altronde che da chi noi le riputiamo. Et tu, dicea Valerio Marziale,

sub principe duro,
temporibusque malis ausus es esse bonus.

E quale imperitissimo non conosce quanto possano e’ tempi e ragion pubblice negli animi de’ privati cittadini? Quinci avviene forse che tu truovi costumi perversissimi e modi di vivere pieni di fizione e falsità. Pènsavi tu se mai fusti in terra alcuna ove quanti vi siano uomini, tante vi siano trappole, quante vi s’usano parole, tante vi siano bugie e periuri. E conviensi fra simili uomini pendere col viver pubblico. E che la fortuna possa in noi mortali, o Niccola, che in noi mortali possa la fortuna, tu, o Battista, riconosci. Riconosci e’ tempi nostri, quanti buoni vivono vita misera e non degna alle loro virtù. E contro, mira che monstri e quanto inauditi e incredibili crebbero nelle cose della fortuna; che dicea Iuvenale satiro poeta:

Si Fortuna volet, fies de rhetore consul;
si volet haec eadern, fies de consule rhetor.

E se così è che non pochissimo in noi possino e’ cieli, fia nostra opera fare come chi giuoca: se gli avviene buono, vinca; se forse caddero sinistri partiti, moderigli con qual vi si adatti ragion migliore. E certo conviensi, secondo quell’ottimo proverbio an-