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146 profugiorm ab ærumna

cacciatore e pugnatore tale che non era da poterlo sostenere, e che egli uccise in uno solo dì fere circa xl. Vorresti e simile tu potere, e ancora a tuo posta forse vorresti come Icaro volare sopra l’acque, o come forse quella Pantasilea scorrere sopra alle somme spiche del grano. Se qui fusse la natura e proccurator delle cose apparecchiata a satisfarti in ogni tuo iusto desiderio, credo periteresti chiedergli simili cose immoderate e superchie. E se pur le chiedessi, ti risponderebbe: assai ti basta per viver lieto e contento quanto io ti diedi, e composi in te ogni loda e prestanza delle mie cose: a te el corpo formosissimo più che agli altri animali; a te e’ movimenti atti e vari più che non sapresti desiderargli; a te ogni senso acutissimo, destissimo, nettissimo; in te ingegno, ragion, memoria, pari agli iddii immortali: quest’altre cose disoneste e non accommodate a beatitudine e felicità, in che parte potranno elle farti migliore e più fermo in virtù? E non ti rendendo migliore, che potranno elle mai ben contentarti?

Avvedianci adunque del nostro errore, e non insistiamo in questa perturbazione di compensare quel che in altrui ci pare male assettato, e desiderarlo a noi ove e’ non bisogna credendoci eccitati non da invidia ma da iusto e libero sdegno. E così riconosciuto in noi che ’l nostro male vien non altronde che dalla nostra male addutta opinione, facile ne emenderemo e rassetteremoci a più quiete.

Succede ancora che non raro per esser troppo indulgenti a’ nostri errori, induciamo a noi stessi gravezza e acerbità, e duolci se altri forse non si ritiene di narrare e predicare quello che noi non ci contenemmo dire o fare con poca ragione e precipitata volontà. Se quel ch’altri referisce di te non è bello, incolpane te che a lui desti materia e istoria di così ragionarne, e inculpane chi prima errò, non chi ora dice el vero. Sentenza d’Agamenon presso di Euripide poeta tragico: tu che ardisti peccare, bisogna sostegni coll’animo non turbato molte cose ingrate. Aggiugni a questo che spesso la troppa cupidità d’essere lodato e il troppo studio di vedersi onorato e riputato, sta pieno di gravissima perturbazione. E certo bisogna qui non dimenticarci quel che e’ prudenti dicono, che il volere piacere a molti non è altro che un