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112 profugiorum ab ærumna

ruina delle cose sue coll’animo equabile e col volto mai mutato. Potè adunque Socrate questo non da’ cieli, ma da sé stessi; ché volle, e volendo potette. Né solo si recita Socrate in questa parte degno di lode: raccontansi molti altri ne’ quali fu simile animo bene retto; nel numero de’ quali fu Diogene cinico, uomo in sua estrema povertà abietto, svilito e talora percosso: pur potea, quanto e’ volea, sofferire e’ suoi disagi e l’altrui iniurie. Non racconto Pirro, Eraclito, Timon e simili, quali furono contro alle perturbazioni da sé stessi ben retti e quanto egli istituirono ben costituti, e contro gl’impeti della fortuna sua bene offirmati. Pericle, omo in Grecia e fra e’ suoi cittadini reputato e ottimo e primo, sofferse intera una cena sino a molta notte un temerario ottrettatore e maledico; e per più meritare di sé e di sua constanza, patì che lo perseguitasse improverando per insino a casa; e più, con fronte nulla commosso e con le parole nulla alterato, comandò ai servi suoi che a costui, omo iniurioso e incivile, facessero lume e compagnia dovunque e’ volesse andare. Non volle adunque Pericle, castigando l’altrui errore, contaminare sé stessi e ricevere a sé la perturbazione quale gli era importata; e non la ricevendo, la fece lievissima e spensela tanto quanto e’ deliberò sofferendo e vincendo sé stessi aversi uomo e meritare della virtù sua. Che ti parse di quel Metello numidico cacciato da’ suoi cittadini romani non per altro se non perché in lui splendea troppa virtù? Quale, sendo in Asia in teatro mezzo dello spettaculo, gli fu nunziato che la sua patria lo rivocava a grazia con amplissimo beneficio. In tanta sua letizia osservò constanza, e in suoi gesti nulla fu veduto mutarsi.

Adunque in le cose prospere e in le cose avverse troviamo che gli uomini possono in se stessi quello che molti niegano potersi. E meravigliomi del giudicio loro s’egli stimano non potersi moderare le nostre volontà e appetiti in queste cose caduce e fragili, quando e’ vedono che chi non abandoni se stessi, può contro alle cose gravissime e durissime più quasi che la natura non li richiede. Quanti sono che soffersono estremi cruciati e intollerabili dolori con animo invitto e fortissimo! E chi non sa che in noi, moderati gli appetiti e frenate le volontà, nulla resta donde