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cena familiaris 349

lontà, certo el bene fare tanto sarà più glorioso, quanti più insieme concorreranno a fare pur bene.

Matteo. O Dio! che questo succedesse! Ma in quella terra se oggi ne fusse alcuna simile a quelle antiche nominate, dove ogni cosa publica più era venale che le private, ove da’ primi anni e’ cittadini quasi come in una scola imparorono e continuo osservorono essere varii, e in ogni cosa perseverorono dar parole fuori contrarie alla volontà intima, e fare senza verecundia niuna delle cose promesse, quale omo sarà sì stolto che non tema parere buono fra loro, o instituisca essere dissimile dagli altri?

Battista. Vedi, Matteo, io sono certo che tu sempre volesti e vorrai essere più simile a’ buoni che a’ non buoni. Felicissima, giocondissima commemorazione poter dire a sé stessi: cognoscomi che io sono buono. E se ad alcuni animali come al camello non piace bere l’acqua se prima e’ non la intorbida, sappi costui che tempo l’aspetta, ove sofferirà molta e lunga sete; ma come chi navica, mutati e’ venti, mutate le vele, e seguite altra dirittura se questo corso vi porta a porto, cioè a quiete e onesto ozio: dove questo non segua, racogli e statti summo e sicurissimo dove tu adirizzi e’ tuoi concetti; fàtti bene volere da’ tuoi, da’ cittadini e da tutti con buone arti e aprovata integrità. La umanità e facilità e probità porgono scala e ale a superare in cielo.

Matteo. Udisti voi giovani, udisti voi?

Francesco. Dirò pure forse più che non richiede questo luogo. Di molte cose si ragiona, e non si negano a parole; quali se fussero infatto meno dificili, ei! quanto sarebbe la vita e condizione de’ mortali ancora meno misera. Fra’ savii e pazzi, fra’ buoni e ’ mali, fra’ ricchi e’ bisognosi, fra i tiranni e’ subietti non patisce la natura che benivolenza vi sia stabile, se fra loro non è quello che li componga e tenga insieme. Bisógnavi qualche condizione per la quale minuendo all’uno e acrescendo all’altro, fra loro seguiti parità; e se a me non pessimo fia necessità usare e contrattarmi con molti, dei quali tu conosci e’ loro pensieri, vita e fatti, bastaramm’egli quanto