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libro quarto 331

vere sollicito in inimicizia, non costui procurri levare la malivolenza più tosto che accrescere gli odii, quali chi qui con più ozio investigasse, troverebbe non poche ottime ragioni e modi a mitigare ogni crudo e aspro animo?

Dicono che de’ malfatti sono medicina le buone parole. Scrivesi poi che pel tedio del navicare furono incese le navi de’ profughi Troiani da quella femina chiamata Roma; onde la terra poi, dicono alcuni, fu da loro ivi non lungi edificata, detta Roma. Le donne con domandar perdonanza e con umili parole pacificorono e’ loro mariti verso sé troppo di iusta ira accesi, e apparecchiati a gastigarle. Ciro, dice Senofonte, chiamato da parte Ciassare, e avuto colloquio, e discusso e purgato le cagioni dell’odio, indi uscirono amicissimi. Marco Marcello con facilità e benignità seppe reconciliarsi e’ suoi accusatori e farseli fedeli amici. Alcibiades con lusinghe e blandizie aumiliò e rapacificò Tisaferne, quale per troppa avutoli invidia era partito da’ Lacedemonesi inimico del nome de’ Greci. E quanto racconta Iustino, bene intesero quelli Eracliensi, quali con benificio e doni seppero d’inimico a sé rendere amico Lammaco e suo essercito; estimorono ottimo satisfare a’ ricevuti danni in guerra, se chi gli era grave, ora gli sia fatto amico. E affermo io certo, quando né per nostro vizio fu principiato l’odio, né con nostra alcuna durezza e acerbità villana perseguite furono le ’niurie, a noi fie facile, declinandoci e cedendo alla iracundia, mitigare qualunque in noi commosso inimico. E per uscire di sollecitudine e perdere ogni odio, e per acquistarti uno amico, mi sarà sanza dignità inclinarti ad umanità e a facilità. E voler pur perseverare in contenzione e rissa potendo finirla, sarà non superbia solo e caparbità, ma stultizia incomportabile. Dicea Zenone e’ lupini essere durissimi e amarissimi, ma per stare in acqua si mollificano e adolciscono. Così gli animi umani, benché per fiamme d’iracundia e per sdegno sieno induriti e pregni d’amaritudine, non forse in un dì, ma certo con maturità secondandoli e aprendoli l’animo nostro cupido d’amicizia, e dimonstrandoli ragioni accomodate, el renderà molle e tratta-