Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/322

316 i libri della famiglia


Lionardo. Lodoti. E parmi così vuoi: se dallo amico per suo vizio a te impendesse infamia, conosciutola gravissima, per deporre ogni sinistro nome sarà permesso segregarselo e da sé volerlo lungi.

Adovardo. Così voglio m’intendiate. Ma non però ogni vizio mi par meriti in amicizia discidio. Antico proverbio: «el vizio dello amico chi nol soffre el rende suo».

Lionardo. E a me può parer detto prudente: «chi soffra el vizio durar nell’amico, quasi tacendo fa quel vizio suo».

Adovardo. Vedi quanto m’industrio, dicendo, essere breve, e argumentando, forse troppo stretto in questa materia; però non mi stenderò approvando o essaminando qual sia de’ due me’ detto. Ma così mi par qui modo e regola, ch’e’ vizii in quali facile ciascuno pecca, e quali a più altri non nuoceno che a chi in sé gli riceva, bere, amare e simili voluttà, se per tua ammonizione non sentissi giovarli a rendelo più moderatissimo, dicono apo el volgo, «amico tuo col vizio suo»; ma que’ vizii gravi onde a te ne venisse infamia, accettare un ladro, favoreggiare a un proditore della patria, sostenere un pirrata e simili cose gravi, vorremmo da noi essere luntani. Parvi?

Lionardo. Massime.

Adovardo. Adunque vedute le cagioni per quali abbiamo e non abbiamo da discindere l’amicizia, e veduto ancora che solo l’uso, serbata la benivolenza, era dove avàmo licenza a separarla, séguita vedere el modo a discinderla. Assai el nome dimonstra che vi si appruovi, quanto e’ dicono, non stracciarla, ma discucire la amicizia e a punto a punto dislegarla. E certo in questo separare l’assidua conversazione insieme e familiarità, loderò chi imiterà el buon padre di famiglia aggravato dalle spese, el quale non in un dì rende la famiglia e le spese minori, per non dare di sé ammirazione alla moltitudine, ma ne’ dì passati ne mandò el maestro de’ cavagli e serbossi una sola necessaria cavalcatura, oggi licenzia quelli senza cui opera la famiglia ben si può governare, e di tempo in tempo ne manderà persino de’ suoi a quello essercizio e