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308 i libri della famiglia

te preme testé all’animo, Lionardo, onde sospiri, quasi come a te fosse in mente occorso qualche tristezza?

Lionardo. Anzi, Adovardo mio, quanto da te qui ora eccitato mi pare prevedere, tanto mi duole che de’ nostri Alberti alcuno sia forse a chi queste quali molto a proposito recitasti ottime sentenze, poco stiano note e poco stimate: quali uomini se fussono meno inconsiderati, meno creduli, e meno in ogni sua voglia precipitosi e ostinati, forse non qualunque gli faccia ridere sarebbe in numero di quelli quali li inducono a più pregiare gli strani prosuntuosi che i suoi modestissimi e onestissimi, da chi essi troppo si vedeno amati e reveriti. Né dubito chi te udirà, costui meno con chi non meriti sarà profuso e prodigo. E quanto mi pare, quanto Adovardo, costui el quale anovera gli amici suoi a turme, vederlo ancora vivere solo, vecchio, abandonato da quelli e’ quali esso con inumanità sua e impietà sempre da sé gli volle essere luntani, e perseverando in questi costumi, iniuriando a’ suoi, amando e’ lascivi, aspetto ancora sé vederà come accusato da’ buoni, così insieme e da questi tutti applauditori spregiato e troppo avuto a vile! E certo qual altri che costui stoltissimo non conosce quanto in ogni fortuna gli amici non vertuosi né onesti siano gravi e dannosi? Essi avari, lascivi, temerarii, in aversità nulla ti sovengono; e tu in alto grado posto dalla fortuna molto soffri da loro infamia e odio. Ma seguita, Adovardo. Dio proibisca alla famiglia nostra tanto infortunio e calamità!

Adovardo. Aimè! Felice chi nella copia e affluenza della fortuna sappia preporre in benivolenza la fede, constanza e onestà alla lieve assentazione e fitta subiezione degl’importuni e impuri ciarlatori. Ma speriamo qui ora meglio alla famiglia nostra, quanto a Lorenzo e a noi sarà licito essere in vita. Sarà, dico adunque, amicizia quella grandissima, a quale tu più nulla vi desideri; ché non si direbbe perfetta, se cose ivi necessarie potessi agiungerli. E sono quanto discorremmo cose all’amicizia necessarie, intera simplice e aperta benivolenza, dolce uso e conversazione con oneste comunicazioni