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304 i libri della famiglia

a quanto proposi dire dello escrescere e rendere perfetta l’amicizia, quale se così si chiama perché in lei solo in prima vi si pregia quella affezione d’animo chiamata amore, per cui forza ti diletta ogni onestà, utilità, contentamento e laude di chi tu ami, conviensi investigare donde e come esso amore nasca, e quale e’ sia. A me non raro intervenne ch’io desiderai lieta fortuna e felice vita a chi io mai vidi, ma sentiva era dotto, buono e studioso di virtù. Questa affezione in me tu, credo, chiami non amicizia, ma benivolenza. E tu simile non raro t’abattesti a chi familiare e domestico teco sì usava assiduo e con tanta verso te osservanza, che facile potevi iudicarlo amico, quando in lui fusse stata fede e intera benivolenza. Ma come non si dirà tempio né basilica perfetta quella struttura a quale tetto, che cuopra chi entro al sacrificio fusse dal sole e dalle piove, e sponde mancasse, quali parte difendano da’ venti, parte la tengano segregata dagli altri siti publici e profani, e forse ancora mancandoli e’ dovuti a sé ornamenti sarebbe edificio non perfetto né assoluto, così la amicizia mai si dirà perfetta e compiuta, a quale manchi delle sue parti alcuna. Né sarà vera amicizia se fra gli amici non sarà una comune fede e ferma e semplice affezione d’animo sì fatta, ch’ella escluda e fuori tenga ogni suspizione e odio, quale da parte alcuna potesse disturbare la dolce fra loro pace e unione. Né io reputerò perfetta amicizia quella quale non sia piena d’ornamenti di virtù e costume; a qual certo cose chi dubita la sola per sé benivolenza non valervi, se non quanto sia e conosciuta e ricambiata? Questo perché? Perché, bench’io sia, come i’ sono, cupido di benificarti, e tu studiosissimo d’essermi ad utile e onore, non però fra noi sarebbe ch’io potessi riputarti amico, né tu di me potessi, come di chi vero te ami, confidarti, se non prima a te fusse noto quanto insieme possiamo l’uno dall’altro e sperare e aspettare; qual cognizione si tiene non altronde se non dall’uso e conversazione e quasi esperimento della benivolenza. E questo uso familiare e domestico, ha egli in sé vera forza e nervi d’amicizia? Certo no. Perché? Perché, come puoi ve-