Pagina:Alberti, Leon Battista – Opere volgari, Vol. I, 1960 – BEIC 1723036.djvu/304

298 i libri della famiglia

potessero poco communicare, o commettersi a loro constanza e fede.

Né meno fu prudenza in messer Benedetto Alberto vostro avolo, Battista, uomo civilissimo, quale in Ponente alle compagnie e a que’ grandissimi loro traffichi mandava uno in vista modesto, alle faccende assiduo, ne’ costumi assai moderato giovane, in cui non conoscevi scoperto biasimo alcuno. Qual cosa fece che messer Benedetto dubitava in costui essere pur qualche vizio, ma sì grande e sì bruttissimo che però molto s’afaticasse occultarlo. Né dubitava in qualunque uomo, per ottimo che sia e santissimo, poiché siamo terreni e quasi sforzati con più stimolo seguire la volontà e appetito che con vero iudicio e integrità ubidire alla ragione, però sempre in noi sedere qualche menda e difetto. Adunque con molta diligenza molto notando e pesandolo, solo una prima volta a tavola el vide, cenato, maneggiare que’ minuzzoli rimasi del pane, quale chi getta e’ dadi. Subito per questo poi a messer Andrea suo primo figliuolo, cavaliere giovane, quale, se ora fusse in questa età in vita, non dissimile allora di costumi e di studii, oggi sarebbe d’autorità e fama al padre non inferiore, commisseli tentasse el giovane prima a scacchi, tavole, e simili non inonesti, onde poi seguisse tentando quale esso sé avesse agli altri più dislodati e brutti giuochi. Così el trovò non utile a chi e’ fidasse suoi danari e traffichi. Simile adunque astuzie non poco aitano a discernere la vita e costumi in altri, benché occulti.

Onde poi conosciuta la natura e modi di quelli quali tu proponi accoglierti e accrescerti ad amicizia, sta luogo usare la industria di Catelina, uomo in questo certo prudentissimo e ottimo artefice, quale a questo donava lo sparviere, a quello l’arme, a quest’altro el ragazzo, e a tutti quello di che in prima si dilettasse. E vidi io inseminare e farsi molto maggiore la benivolenza, non raro ancora fra chi te mai non vide, quando fummo lodatori e quasi promulgatori delle virtù sue; quando difendemmo la dignità, autorità e nome suo appresso de’ maledici e detrattori; quando fummo a’ suoi amici e pro-