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libro quarto 291

Eutropio affermano, se molto valessero e’ doni ad amicizia, poiché la sera ridutto solo, si dolea quando in quel dì nulla avea o promesso o donato a chi che sia. E simile vedrai nascere grande benivolenza fra coloro quali insieme aranno ioconda e voluttuosa conversazione. E dicea Platone gl’uomini quasi com’e’ pesci con l’amo, così colla voluttà pigliarsi. Scriveno che a Perseo tanto dilettò el generoso aspetto di Teseo, e a Teseo tanto fu gratissimo la presenza e bellezza di Peritou, che sola quasi questa fu prima cagione a insieme coniungergli d’amicizia. Fu Pisistrato a Solone e a Socrate, dicono alcuni, fu el suo Alcibiade amicissimo, perché erano di forma bellissimi. Marco Antonio acquistò amicizia non pochissima protraendo colla gioventù ragionamenti amatorii, e servendo alle passioni degli innamorati. Silla, referisce Sallustio, fu meglio voluto dal suo essercito, poiché lo lasciava in Asia oltr’al severo costume antiquo romano essere lascivo. E potrei simile infinite istorie e detti raccontarti, per e’ quali arai ottime imitazioni a estraere precetti utilissimi ad acquistarti amici; qual cosa chi sappia e chi certo sa rendersi per simili occasioni e ragion di vivere amato, costui con quello artificio saprà e in tempo rinnovare, e quanto basti in loro accrescere molta benivolenza e ferma grazia; quale, a mantenerla, nulla stimo più ivi ben sia accommodato che l’uso frequente, lieto, onesto e nutrito non senza qualche utile. E contro, a discinderla chi negasse che ’l disuso più che cosa altra alcuna molto giova? Cosa niuna tanto cancella dell’animo qualunque ferma inscritta si sia memoria, quanto fa la dissuetudine.

Adovardo. Eh! quanti precetti qui necessari mancherebbono, Lionardo, a chi volesse lato e diffuso disputarne! come se chi forse avesse dagli astronomi udito che Marte disponga impeto di esserciti e furore d’arme, Mercurio instituisca varie scienze e suttilità d’ingegno e maravigliose arte, Iove moderi le cerimonie e animi religiosi, el Sole conceda degnità e principati, la Luna conciti viaggi e movimenti feminili e plebei, Saturno aggravi e ritardi nostri pensieri e incetti; e tenesse di tutti così loro natura e forza, dove nolli fusse noto