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libro quarto 283

quale ora possiede l’animo e guida le cose, nasce e arde maravigliosa malivolenza, e sempiterne gare e sètte arrabbiate in casa. E ciascuno, per essere in grazia, trama qualche nutrimento al vizio di colui così assuefatto a questa oscenissima e inonestissima vita, assediato da perditissimi e sceleratissimi assentatori, e quasi al continuo inceso e infiammato a nuova libidine e vizio, al quale sempre l’entrata manca e più sono le spese che l’ordinarie sue ricchezze. Così loro conviene altronde essere rapaci; e alle onestissime spese, ad aitare e’ suoi, a sovvenire agli amici, a levare la famiglia sua in onorato stato e degno grado, sono inumani, tenacissimi, tardi, miserrimi.

Qui Buto, quel ridiculo del quale sopra feci menzione: — Tutte queste vostre ragioni s’affanno, — disse, — alla mia brevissima, ma certo verissima e chiarissima. E troverrete così essere el vero: la natura ce ’l dimostra, che di cucuzzolo raso non bene si cava pelo. E sono questi preti fatti come la lucerna, quale posta in terra a tutti fa lume, e in alto elevata, quanto più sale, tanto di sé più rende inutile ombra.

Adunque sorrisono e levoronsi da tavola. Io indi e Carlo mio fratello entrammo a salutare nostro padre. Partitosi gli altri da Lorenzo nostro padre, sopragiunse Ricciardo. Piacqueli rimanere fra più scritture ivi solo in camera con Lorenzo, credo a determinare e constituire fra loro qualche utile cosa alla nostra famiglia Alberta. Tornammo adunque in sala dove così trovai Adovardo rispondea a Lionardo:

Adovardo. Parmi certo sì, quanto dicevi, Lionardo, tutto el ragionare di Piero stato maturo, grave, e pieno di prudenza; e bene vi scorsi la sua astuzia e arte non poca; e non ti nego, comprese quelle tre oneste, voluttuose e utile amicizie. Ma parmi in questa materia già fra me non so che più desiderarvi altro filo e testura, in quale né degli antichi ancora scrittori alcuno apieno mi satisfece.

Lionardo. Sarebbeti forse Piero piaciuto più, s’egli non in modo d’istoria, ma come sogliono e’ litterati, avesse prima diffinita che cosa sia l’amicizia, poi diviso le sue spezie, e con