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232 i libri della famiglia

nostri servi, cercherà nuovo padrone, onde quelli scusando sé infameranno te, e così tu resti pelle parole loro riputata superba e strana, o avara e misera».

E certo, figliuoli miei, delle gare de’ suoi di casa niuno può averne se non biasimo. Non sarà la casa gareggiosa, se chi la governa non è imprudente. Il poco senno di chi governa fa l’altra famiglia essere poco modesta e poco regolata, e così sempre sta perturbata, serveti peggio, perdine utile e fama non poca. Per questo debbono a’ padri della famiglia troppo dispiacere questi raportatori, e’ quali sono principio e cagione d’ogni gara, d’ogni discordia e rissa, subito li doverebbono cacciare; e troppo debba piacere vedersi la casa vòta d’ogni tumulto, piena di pace e concordia, quali cose ottime se vorranno bene potere quanto si richiede, faranno quanto dissi io alla donna mia, non daranno orecchie o arbitrio a raportamento o gare di qualunque si sia. E più dissi alla donna mia, se pure in casa fusse alcuno non ubidiente, quanto alla quiete e tranquillità della famiglia s’apartiene mansueto e fedele, con lui non contendesse né gridasse, imperoché in donna simile a te, dissi io, moglie mia, onestissima e degna di riverenza, troppo pare sozzo vederla con la bocca contorta, con gli occhi turbati, gittando le mani, gridando e minacciando, ed essere sentita, biasimata e dileggiata da tutta la vicinanza, dare di sé che dire a tutte le persone. Anzi, moglie mia, una donna d’autorità quale di dì in dì spero sarai tu, tanto quanto in te saprai servare modestia e dignità, sarebbe bruttissimo non dico solo amonendo, ma comandando ancora e ragionando mai alzare la voce, quale fanno alcune parlando per casa come se tutta la famiglia fusse sorda, o come volessero d’ogni sua parola tutta la vicinanza esserne testimone: segno d’arroganza e costume di trecca, usanza di queste fanciulle montanine, quali sogliono chiamare gridando per essere intese da questo monte a quello. Vuolsi adunque, dissi io, moglie mia, amonire con dolcezza in ogni atto e parole, essere non però vezzosa e leziosa, ma molto mansueta e continente, comandare con ragione e in modo che non solo sia