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212 i libri della famiglia

ziosi uomini, imperoch’e’ mali uomini sono più che le tigre e che qualunque si sia pestifero animale molto piggiori. Uno solo vizioso mette in ruina tutta una universa famiglia. Niuno si truova veneno maggiore, né sì pestilenzioso quanto sono le parole d’una mala lingua; niuna rabbia tanto sarà rabbiosa quanto quella d’uno invidioso raportatore. E chi pasce simili scelerati, costui certo fa spese pazze, bestialissime, e molto merita biasimo. Vuolsi fuggire quanto una pestilenza ogni uso e dimestichezza di simili maledici, raportatori e ghiottonacci quali s’inframettono fra gli amici e conoscenti delle case. Né mai si vuole essere amico di chi racolga volentieri simili viziosi, imperoché a chi ama e’ viziosi piace il vizio: a chi piace il vizio costui non è buono, e a’ mali uomini mai e’ buoni furono amici. Pertanto sarà né utile, né facile acquistarsi amistà di questi tali, de’ quali non stia l’uscio e l’orecchie molto serrato a tutti e’ viziosi.

Lionardo. Sì certo, Giannozzo, sì dite il vero, e sono spese non solo pazze ma anche troppo dannose, ché sogliono e’ viziosi con loro raportamenti e false accusazioni, godendo in usare la sua malvagità, addurti in suspizione e odio a tutti e’ tuoi, solo perché tu non abbia a credere a chi te veramente ami, quando e’ t’avisasse del vizio e malignità di quelli.

Giannozzo. Però né queste, né simili spese pazze mai si vogliono fare. Voglionsi fuggire, non udire, né riputare amico chi le domandi, né chi te ne consigli.

Lionardo. E quelle altre due, Giannozzo, le necessarie e le volontarie spese, con che ragione abbiamo noi ad essequille?

Giannozzo. Come ti pensi? Sai come fo io le necessarie spese? Quanto più posso le fo presto.

Lionardo. Non vi pensate voi prima quale modo sia il migliore?

Giannozzo. Certo sì. Né stimare che in cosa alcuna a me mai piaccia correre a furia, ma bene studio fare le cose maturamente presto.

Lionardo. Perché?