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194 i libri della famiglia

me ne rifornirei, ché meglio mi mette per sino alla stagione lasciarne fatica, incarco e pericolo ad altri.

Lionardo. Venderesti voi quello che prima comperasti?

Giannozzo. Quanto prima potessi, ove serbandola me ne nascesse danno. Ma io, possendo, non vorrei avere a vendere e comperare ora questo ora quello, che sono faccende da mercennarii, e vili occupazioni, alle quali non è se non masserizia, per uscire di trama, sopraspendervi qualche cosa più e attendere a maggiori faccende. E parrebbemi più masserizia di tutto fornirmi a’ tempi. E anche ti dico, vorrei non avere ogni anno a scemare i danari anoverati in cassa.

Lionardo. Non veggo come cotesto si possa.

Giannozzo. Móstrotelo. Così. Darei io modo d’avere la possessione la quale per sé con molto minore spesa che comperandole in piazza fusse atta a tenermi la casa fornita di biave, vino, legne, strame e simili cose, ove farei alevarvi suso pecugli, colombi e polli, ancora e pesce.

Lionardo. In ogni cosa, Giannozzo, io appruovo la vostra sentenza, ma in questo non so se fusse masserizia fare queste quali dite imprese su terreni altrui, le quali, benché sieno utili alla famiglia e grate ad acquistarsi benivolenza da chi sono le possessioni, pure stimo non troverresti chi poi non richiedesse le possessioni per godersele quando voi con quelle simili spese e opere così l’avessi bene migliorate. E senza quelle spese non mi pare la villa sia quanto voi volete atta a pascere la famiglia. E rinovare ogni dì nuovi lavoratori, condurli a pregio e prestare loro quanto s’usa, dipoi ove tu stimavi riaverne opere o servigi convenirti, mutando possessione, in parte, come accade, perdere, non credo questo sia da lodare tra veri massai.

Giannozzo. Per questo proprio e per altre cagioni assai io mi comperrei la possessione de’ miei danari, che fusse mia, poi e de’ figliuoli miei, e così oltre de’ nipoti miei, acciò che io con più amore la facessi governare bene e molto cultivare, e acciò che e’ miei rimanenti in quella età prendessono frutto delle piante e delle opere quali io vi ponessi.