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libro terzo 183

mente riprendere, ove essi stimano grandezza e amplitudine d’animo prendere ogni dura e difficile impresa, ogni laboriosissima e molestissima opera, per potere nelle cose più che gli altri cittadini. De’ quali uomini come altrove così alla terra nostra si truovano non pochi, perché cresciuti in antichissima libertà della patria e con animo troppo pieno d’odio acerbissimo contro a ogni tiranno, non contenti della comune libertà vorrebbono più che gli altri libertà e licenza. E certo, Giannozzo, chi se immetterà a volere sedere in mezzo a’ magistrati per guidare le cose publiche non con volontà e ragione di meritare lode e grazia da’ buoni, ma con appetito immoderato solo di principare ed essere ubidito, costui non vi nego sarà da essere molto biasimato, e, come dite, dimonstrerà sé essere non buono cittadino. E affermovi che il buono cittadino amerà la tranquillità, ma non tanto la sua propria, quanto ancora quella degli altri buoni, goderà negli ozii privati, ma non manco in quello degli altri cittadini suoi, desidererà l’unione, quiete, pace e tranquillità della casa sua propria, ma molto più quella della patria sua e della republica; le quali cose non si possono mantenere se chi si sia ricco, o saggio, o nobile fra’ cittadini darà opera di potere più che gli altri liberi, ma meno fortunati cittadini. Ma neanche quelle republiche medesime si potranno bene conservare, ove tutti e’ buoni siano solo del suo ozio privato contenti. Dicono e’ savi ch’e’ buoni cittadini debbono traprendere la republica e soffrire le fatiche della patria e non curare le inezie degli uomini, per servire al publico ozio e mantenere il bene di tutti i cittadini, e per non cedere luogo a’ viziosi, i quali per negligenza de’ buoni e per loro improbità perverterebbono ogni cosa, onde cose né publiche né private più potrebbono bene sostenersi.

E poi vedete, Giannozzo, che questo vostro lodatissimo proposito e regola del vivere con privata onestà qui solo, benché in sé sia prestante e generoso, non però a’ cupidi animi di gloria in tutto sia da seguire. Non in mezzo agli ozii privati, ma intra le publiche esperienze nasce la fama;