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180 i libri della famiglia

scapùcciati a questo, gareggia con quello, ingiuria quell’altro; molti sospetti, mille invidie, infinite inimistà, niuna ferma amicizia, abundanti promesse, copiose proferte, ogni cosa piena di fizione, vanità e bugie. E quanto a te più bisogna, tanto manco truovi chi a te serbi o promessa o fede. E così ogni tua fatica e ogni speranza a uno tratto con tuo danno, con dolore e non senza tua ruina, rimane perduta. E se a te pur con infinite prieghiere accade qualche ventura, che però truovi tu averti acquistato? Eccoti sedere in ufficio. Che n’hai tu d’utile se none uno solo: potere rubare e sforzare con qualche licenza? Odivi continui richiami, innumerabili accuse, grandissimi tumulti, e intorno a te sempre s’aviluppano litigiosi, avari, ingiustissimi uomini, empionti l’orecchie di sospetti, l’animo di cupidità, la mente di paure e perturbazioni. Convienti abandonare e’ fatti tuoi proprii per distrigare la stultizia degli altri. Ora si richiede dare ordine alle gabelle, alle spese; ora provedere alle guerre; ora confirmare e rinovare le legge; sempre sono collegate le molte pratiche e faccende, alle quali né tu solo puoi, né con gli altri mai t’è licito fare quanto vorresti. Ciascuno giudica la volontà sua essere onesta, e il giudicio suo essere lodato, e l’opinione sua migliore che gli altri. Tu seguendo l’errore comune o la arroganza d’altrui acquisti propria infamia, e se pur t’adoperi in servire, compiaci a uno, dispiaci a cento. Au! furia non conosciuta, miseria non fuggita, male non odiato da ciascuno quanto e’ merita; la qual cosa a me pare che avenga solo perché questa una sola servitù pare vestita di qualche onore. O pazzia degli uomini! i quali tanto stimano l’andare colle trombe inanzi e col fuscello in mano, che a loro non piace più il proprio riposo domestico e la vera quiete dell’animo. O pazzi, fummosi, superbi, proprii tiranneschi, che date scusa al vizio vostro! Non potete sofferire gli altri meno ricchi, ma forse più antichi cittadini di voi, essere pari a voi quanto si richiede: non potete vivere senza sforzare e’ minori, però desiderate lo stato. E per avere stato, stolti, che fate voi? Pazzi, che vi sponete a ogni pericolo, porgetevi alla morte; bestiali, che chiamate onore così essere