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166 i libri della famiglia

quale per pruova alla masserizia conosco, quanto voi avete voglia, e quanto a voi sarà utilissimo avermi udito. Né voi avete più desiderio d’udirmi che io di farvi massai. E dicovi tanto, a me questo giova la masserizia: se io mi truovo in fortuna alcuna, come mi truovo, grazia d’Iddio, mezzanamente ben posto, io vi posso dire avermivi più per masserizia che per altra industria alcuna. Vero... Ma sedete. Siedi, Lionardo. Questi garzoni staranno in piè.

Lionardo. Sto bene.

Giannozzo. Siedi.

Lionardo. Sedete voi. Sapete il costume nostro di casa. In presenza dei più atempati fu mai chi s’asedesse.

Giannozzo. Sì, fuori in publico. Questi saranno ragionamenti tra noi in casa, utili a noi. Siedi. Egli è meglio lasciarsi vincere ubidendo che volere fare a suo modo stimando parere costumato. Siedi. Or bene, che diciavamo noi della masserizia? Ch’ella era utile. Io non so quelli vostri libri quello se ne vogliano; io vi dirò di me, che masserizia sia la mia, di che cose e in che modo. Che la masserizia sia utile, necessaria, onesta e lodata stimo niuno dubita. Che se ne dice apresso de’ vostri libri?

Lionardo. Che stimate voi, Giannozzo, se none, come voi dicesti, quelli antichi scrittori fussero uomini come testé sete voi?

Giannozzo. Sì, ma più dotti. E se così non fosse, l’opere loro non viverebbono tante età.

Lionardo. Confessolo, ma a mio parere e’ non dicono però di queste simili altro che quello se ne vegga per ogni diligente padre di famiglia. Che poterebbono essi dire più che voi in sul fatto stessi ve ne vediate con l’occhio e colla pruova? Troppo dicono, se non fusse chi serbasse, sarebbe stultizia portare in casa il guadagnato, e anche sarebbe non manco da ridere se uno volesse serbare quello che non li fusse arecato.

Giannozzo. Sì. Oh, quanto e’ dicono bene! Che giova guadagnare se non se ne fa masserizia? L’uomo s’afatica gua-