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162 i libri della famiglia

quali tu e col fatto e doppo nell’animo porti, che sono affanni e stracchezze inestimabili e troppe dannose, delle quali tutte, spentone il fummo alla cucina, spentone ogni grazia, Lionardo, ogni grazia, e apena ne se’ guatato in fronte. E se la cosa è ita alquanto assettata, pochi ti lodano di veruna tua pompa, e molti ti biasimano di poca larghezza. E hanno questi molto bene ragione. Ogni spesa non molto necessaria non veggo io possa venire se non da pazzia. E chi in cosa alcuna diventa pazzo, gli fa mestiero ivi in tutto essere pazzo, imperoché volere essere con qualche ragione pazzo sempre fu doppia e incredibile pazzia. Ma lasciamo andare tutte queste cose, quali sono piccole a petto a quest’altre, le quali testé diremo. Queste simili spese del convivare e onorare gli amici possono una o due volte l’anno venire, e seco portano ottima medicina, ché chi una volta le pruova, se già costui non sarà fuori di sé, credo fuggirà la seconda. Vieni tu stessi, Lionardo, qui apresso uno poco pensando. Pon mente che niuna cosa più sarà atta a fare ruinare non solo una famiglia, ma uno comune, uno paese, quanto sono questi..., come gli chiamate voi ne’ vostri libri, questi e’ quali spendono sanza ragione?

Lionardo. Pròdigi.

Giannozzo. Chiamali come tu vuoi. S’io avessi di nuovo a imporli nome, che potre’ io chiamarli se non molto male che Iddio loro dia? Sviàti che e’ sono da sé molto, e’ isviano altrui. L’altra gioventù, com’è corrotto ingegno de’ giovani trarre più tosto a’ sollazzosi luoghi che alla bottega, ridursi più tosto tra giovani spendenti che tra vecchi massai, veggono questi tuoi pròdigi abondare d’ogni sollazzo, subito ivi s’accostano, dànnosi con loro alle lascivie, alle delicatezze, allo ozio, fuggono i lodati essercizii, pongono la loro gloria e felicità in gittar via, non amano essere quanto si richiede virtuosi, poco stimano ogni masserizia. Vero, e chi di loro mai potesse diventare virtuoso vivendo assediato da tanti assentatori ghiotti, bugiardi, e da tutte le turme de’ vilissimi e disonestissimi uomini, trombetti, sonatori, danzatori, buffoni, ruffiani, frastagli, livree e frange? E forse che tutta questa