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138 i libri della famiglia

s’inframmette ad essercizio non in tutto atto e condecente a sé, di costui non merita lo studio però essere biasimato. E chi con ogni studio e diligenza seguirà essercitandosi in quello che la natura e fortuna gli asecondi, costui merita lode e pregio, benché ivi a lui quello riesca poco fruttuoso. Ma ben meriterebbe essere ripreso chi eleggesse cosa poco a sé accommodata. Non in ogni cosa si loda opporsi alla fortuna, né poco giova sapere col corso delle cose tragittarsi a buona quiete e tranquillità del vivere. Conviensi adunque aviare in modo che a tempo non di te abbia, ma più della fortuna, se caso aviene, ad inculparti. E certo poco arai da rimordere te stessi, ove con maturo consiglio tu arai preso essercizio quanto dissi atto a te e alla fortuna tua. Così colui el quale averà preso atto e conveniente essercizio a sé, e in quello resterassi adrieto e non ascenderà alle prime lode, le più volte costui non arà se non da incolpare la sua negligenza.

E in questa materia si può addurre similitudine. Pogniamo per caso che al porto di Vinegia s’aparasse e ornasse uno spettaculo navale, nel quale fusse grande multitudine di concertatori e navi, e tu fra esse fussi duttore d’una, le quali tutte rigattessero un lungo corso simile a quello discrive Virgilio fatto ne’ giuochi d’Enea appresso di Cicilia, ma più ciascuna delle navi adoperasse o veli o remi, quali al navichiero paresse al suo presto tragettare convenientissimo. Tu per giugnere al termine ove si serba le grillande e insigni della vittoria, e ove si rendono i premi e onori meritati, sommamente contenderesti onde la tua e quell’altra e anche la terza nave aggiugnerebbono a’ primi meritati onori, e forse anche la quarta ne riporterebbe se non suppremo premio, almen qualche nome, e pure ritornerebbe ricordata dalla moltitudine, e in le recitazioni del veduto spettaculo forse sarebbe o da qualche loro avenuta sciagura, o da qualche errore scusata, e così in qualche parte onestata e lodata dove accadesse. Ma l’altre tutte sarebbono sconosciute, e di loro si tacerebbe, per modo che forse meglio sarebbe a que’ concertatori essersi stati in terra oziosi con gli altri giudicando, ridendo, e quanto volessino