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di fra’ gerunzio. | 63 |
chio convesso temprato d’oro. La città di Erode,
distrutta due volte e due volte risorta, obliava
Erode e Jele, e scherniva Giosuè profeta: “Maledetto
nel cospetto del Signore l’uomo il quale
imprenderà di riedificare questa città di Jerico!
Egli la fonderà sopra il suo fígliuol maggiore
e poserà le porte di essa sopra il suo fígliuol
minore!„
Gerunzio ricordò la imprecazione di Giosué. Ma Rahab, per cui il profeta ebbe sua la città idolatra, non era essa una meretrice? Ed egli entrò allegro in Gerico.
Dietro le antiche terme di Erode, in un freddo e nero angiporto, stavano le meretrici: una su la soglia, poggiata allo stipite e ritta sulla gamba sinistra e con la destra piegata su la sinistra, perché se ne indovinasse la grossa forma; dentro, tre altre, assise su guanciali in procace attitudine e intese a bere un chiaro liquore, ond’erano ebbre, rubiconde e loquaci; un’ultima traeva note da