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62 | la salvazione |
temprarsi di nuovo sangue e inebbriarsi d’aria e
di luce come di un vitale liquore. Nell’aperta considerazione
delle cose sparivano i terrori della
sua mente; s’era svestito del cilicio, ma anche si
svestiva del sogno ascetico che gli aveva turbata
e traviata la fantasia; ubbidiva allo stimolo dei
sensi, ma presentiva il benessere che verrebbe
a tutto lui stesso, spirito e corpo, dalla colpa,
necessaria e umana colpa, la quale andava a commettere.
Scendeva — le montagne digradando a diventare ubertose colline vestite di palma e dura e tamarigi e pomi di Sodoma — , e come il sole tramontante divampava dietro le vette piú alte, il colle Galgala rimaneva nell’ombra: Gerunzio vi ristette e guardò con tutta l’anima nello sguardo. Ecco Gerico! Ah che il sole stendeva ancora fasci di luce sulla campagna di Gerico, e la città pareva adagiarsi, luminosa, splendida, in un letto d’erba e d’anemoni, rose, viole e narcisi!
Gloria ad Adriano! Torri e templi s’ergevano, meravigliosi giganti, su le rovine di Tito, e la cupola di San Giovanni Battista pareva uno spec-