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di fra’ gerunzio. 61


Gerunzio; niuna violenza di fede e di rimorso avrebbe potuto oramai frenarne il passo il pensiero lo sguardo, ed egli affrettava alla volta di Gerico. I suoi occhi vagavano lungi, ove il Giordano pareva il mare e il Carit argento limpido sotto il sole, o, se il sentiero piegava dietro il dorso delle montagne, si contenevano a vista minore, non brillando meno di gioia, perché da tutto, da un granito e da un salgemma che scintillasse coi colori dell’iride; da un fiore rosso che rompesse il verde cupo delle ginestre; da un uccello di varie tinte che levasse il volo frusciando, i suoi occhi ricevevano e recavano all’anima avvivata e accesa il senso della natura e della vita. E il suo pensiero, già buio nella tribolazione dell’intima battaglia e breve e pauroso nelle racchiuse dee del chiostro, si schiariva a poco a poco in quell’ampia e lieta libertà del mondo, e si estendeva e rafforzava: nell’attività dei nervi e dello spirito il monaco dianzi emaciato dai digiuni e dalle vigilie, affaticato dal misticismo e dalle preghiere e roso dalla bramosia vana della propria dissoluzione, sembrava d’un tratto rifiorire, ri-