Gerunzio; niuna violenza di fede e di rimorso
avrebbe potuto oramai frenarne il passo il pensiero
lo sguardo, ed egli affrettava alla volta di
Gerico. I suoi occhi vagavano lungi, ove il Giordano
pareva il mare e il Carit argento limpido
sotto il sole, o, se il sentiero piegava dietro il
dorso delle montagne, si contenevano a vista minore,
non brillando meno di gioia, perché da tutto,
da un granito e da un salgemma che scintillasse coi
colori dell’iride; da un fiore rosso che rompesse
il verde cupo delle ginestre; da un uccello di
varie tinte che levasse il volo frusciando, i suoi
occhi ricevevano e recavano all’anima avvivata
e accesa il senso della natura e della vita. E il
suo pensiero, già buio nella tribolazione dell’intima
battaglia e breve e pauroso nelle racchiuse
dee del chiostro, si schiariva a poco a poco in
quell’ampia e lieta libertà del mondo, e si estendeva
e rafforzava: nell’attività dei nervi e dello
spirito il monaco dianzi emaciato dai digiuni e
dalle vigilie, affaticato dal misticismo e dalle preghiere
e roso dalla bramosia vana della propria
dissoluzione, sembrava d’un tratto rifiorire, ri-