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di fra’ gerunzio. | 59 |
agli uomini; egli non pregasse e si dolesse e appassionasse;
ma quando il sole diffondeva il calore
e la vita nel mondo, ecco apparirgli altre,
ben altre visioni, limpide, affascinanti, gioiose;
ecco ben altre allucinazioni: lusinghiere giovinette
nella prima coscienza ed esperienza delle
impudicizie maschili; audaci etère sapienti d’ogni
voluttà carnale; indulgenti matrone nella piena
bellezza del corpo e nella urgente pienezza dei
sensi e delle voglie. E ridevano. Di notte era
certo lo spirito della concupiscenza che opprimeva
la sua volontà sorprendendola nel sonno
e nella stanchezza; ma di giorno, allorché volonteroso
di bene cercava star tutto intento a sé
stesso, quale era la strana forza a cui l’arbitrio
suo non poteva resistere? Forse era il rigoglio
della virilità, la gagliardia dei muscoli, la potenza
imaginativa del cervello, l’istinto che l’impugnava
e trionfava; e perciò pregava Iddio così affannosamente
e sinceramente. Invano. E una volta,
in disperazione, la testa fra le mani, si mise a
ragionare in questo modo:
— Ero ricco, e dispersi le ricchezze dei miei