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il leardo. | 37 |
quando per virtù della sua gaja innocenza quetava
le ire del padre, ne raddolciva le asprezze e ne
dissipava forse i truci disegni: su ’l castello gradavano
leggende di misteri foschi. Essa, con la
visione precisa dalle cose infantili, ricorreva ora
per le camere ampie fredde e sonore; nella corte
chiusa da muraglie umide; nell’orto incolto; sotto
il porticato conventuale; attorno la cinta tutta
screpolata e macchiata di licheni e di muschi, e
chiamava il padre con strilli di terrore e di gioia;
ed egli con un pallido sorriso l’accoglieva nelle
sue braccia.
Ma ora egli moriva e forse era già morto senza averla riveduta, dopo averla invocata e attesa invano: forse era già morto! Ella guardò il marito che le veniva appresso pensoso e silenzioso.
Sotto i piedi del leardo crepitavano le foglie secche. Nel bosco era una tristezza lugubre.
Giunti che furono al castello madonna Giovanna corse dove ser Lapo, adagiato sopra un seggiolone e sorretto da guanciali, traeva a stento il re-