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il valletto ostinato. 17


— Non è vero! — ribatté súbito la dama. — Non è vero! Per il male che ha potrebbe mangiare. — Poi rivolta ad Ugo disse: — Ora io dirò al sire perché digiuni da tre giorni. Mangerai?

— Voi potrete ben dire. Io non mangerò — rispose quegli che raccoglieva gli spiriti a vincere, morendo, la battaglia; e il signore, cui piacque quella risposta cosí franca e cui dava sospetto l’aria misteriosa della moglie, già incolpava la moglie d’alcun torto verso Ugo. Ma Ginevra aggiunse:

— Il giorno che partiste, a sera, osò entrare nella mia camera mentre mi spogliavo.... —; onde il sire capí come il torto era proprio del ragazzo e — Perché? — le domandò impaziente. E la dama in vece tornò a chiedere al valletto: — Mangerai?

Il valletto, che era risoluto di morire, negò co ’1 capo, sospirando. — Io mi spogliavo — proseguì la dama — e lui venne da me, tutto strano, a domandarmi.... Imaginate!

— Insomma! — fece il sire.

— Mangerai? — ripeté la dama per l’ultima volta; e per l’ultima volta — No! — ripeté forte

albertazzi.

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