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16 il valletto ostinato.


al marito a pena fosse giunto; se non che, mentre cuciva, cominciò a temere che egli la rimproverasse d’avere tentata per capriccio e accarezzata in qualche modo la folle passione del valletto: e a nascondergli la verità non la rimprovererebbe di non averlo sovvenuto con un medico e con medicine e con premure? Non iscorgeva mezzo per disimpacciarsi, quand’ecco s’udí il corno in lontananza e uno scudiero venne ad annunziare che il castellano arrivava in compagnia di piú ospiti. “Chi sa — rifletté madonna Ginevra — che a vedere il padrone non lo domi la vergogna? Indurrò il sire a impaurirlo.„ E quando nel tinello, dove su la tavola, imbandita co ’l più ricco vasellame, fumavano le vivande, il sire chiamò Ugo, la moglie disse a lui: — È a letto da tre giorni, e non vuole piú toccar cibo. Provatevi voi a rimettergli il giudizio.

Il marito volle andare a vederlo, ed essa lo seguí.

— Che hai? — domandò il sire entrando.

Ugo rispose: — Un peso qua, alla bocca dello stomaco; e non mi va giú niente.