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il valletto ostinato. 13


Perché non mi uccidete? In fe’ di Dio, io non mangerò più finché non mi avrete accontentato —; e con un’angoscia che pareva lo strozzasse uscí di là.

Madonna Ginevra rise forte e pensò: “Oh che cosa gli è venuto in mente a quel ragazzo?„; e, nello spogliarsi, guardandosi, rìse e ripetè: “Che cosa gli è venuto in mente? „; poi si distese sotto le lenzuola e, come il marito era lontano, s’addormentò senz’altro pensiero, co ’l riso su le labbra.

Ugo invece, che se avesse pianto avrebbe sfogato tosto il suo rovello, per non piangere si dimenò a lungo per il letto e non riuscí a chiudere occhio prima d’essersi convinto che la prova la quale si era imposta era degna d’un cavaliere innamorato, se era prova che gli metteva in pericolo la vita. Ma al risvegliarsi, la mattina, ebbe fatica e quasi pena a riandare il fatto della sera innanzi; capí d’aver commessa un’imprudenza; credé fino d’aver commesso un grosso errore, fino un’azione puerile; e si provò a dimenticare. Non poteva: in che guisa comparire al cospetto di madonna? E l’amore gli dié ragione; gli rin-