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202 | il polso |
— Io credo — riprese egli — che l’Arboldi non preferirà quel bamboccio a un cavaliere qual è vostro marito. — Non c’era piú dubbio! La marchesa amava il duca, amava — strana donna! — il frutto acerbo; e il polso che aveva confessato era lí pronto a ripetere la confessione. Per prima vendetta il conte voleva discorrere e burlarsi del duchino affinché, magari, la capricciosa dama arrabbiasse o, magari, piangesse, svenisse. Ma il sangue nell’arteria rifluí placido ed uguale, e solo allora trasecolando La Fratta ebbe un’idea, un lampo, quasi un fulmine: — il marito?!....
Già: a parlare del marito e dell’Arboldi il polso precipitava, martellava, scottava. Come scottato, il conte abbandonò il braccio della dama e balzò in piedi: stupito, stordito non sapeva piú che si dicesse. Diceva:
— Ma dunque, se l’abate Fantelli.... No: non è possibile! — E quando si fu ricomposto, senza esitare, rapido, asserí:
— Voi siete innamorata, marchesa! Voi siete innamorata; ditemi, è vero?