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il polso. 197


È pena che avvelena
     Un barbaro sospetto;
     Ma una certezza è pena
     Che opprime affatto un cor;


no: i due amori, l’uno della dama e l’altro di sé, che premevano l’animo del conte e vi si rafforzavano senza confondersi, lo sospingevano ad accertare la verità; l’uno, perché chi è innamorato talora dubita a torto; l’altro, perché, se non dubitasse a torto, egli ritraendosi a tempo non compromettesse la sua dignità e la sua fama di cavaliere di spirito.

Bel tema, è vero?, sarebbe stato per una satira il caso d’un patito che con zelante servitú e con dabbenaggine inconscia riparasse l’amore ignoto della sua dama!; e La Fratta aveva in odio le satire. O, dunque, la marchesa amava qualcuno di quelli che le farfaleggiavano intorno, il quale, come minore di lui, ella non potesse assumere a servirla senza scapito agli occhi del mondo; o amava chi attendeva, incurante o ignaro di lei, ad altra dama della quale ella fosse gelosa; e come anche non pregata essa l’avrebbe lasciato