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il polso. 195


accordi e i riposi e gli assensi cominciò ad accarezzarlo di certe occhiate cosí lunghe e sentimentali ch’egli credette di giungere a proda: il sentimento deriva dal cuore; dunque il cuore l’aveva. Né il cuore della marchesa doveva battere per altri che per lui, il quale da un anno la serviva con cura paziente e con indulgente costanza: non per altri. Ond’ecco La Fratta a studiare di quale e quanto e quanto duraturo amore fosse capace il cuore piccoletto dellla marchesa Arnisio, perché ella non aveva con lui quelle espansioni compiute, quei confidenti abbandoni e neppure quei moti meditati o spontanei di gelosia che tutte le donne amando o fingendo d’amare sogliono avere. E nello studio La Fratta aguzzò cosí i suoi occhi e il suo pensiero a leggere nel pensiero e negli occhi della dama che, ahimè!, troppo credette d’apprendervi.

Le ire e i languori; le inquietudini fanciullesche e le remissioni di donna usata alla vita; i capricci, le allegrezze, le noie traevan forse cagione non solo dall’indole sua bizzarra, ma da un intimo, segreto travaglio che le eccitava e tribolava lo spirito: lo sguardo di lei spesso stanco o vagante