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194 | il polso |
che le piacesse affermare; già aveva appreso a
distinguere su le sue labbra rosate tutti i gradi
di sprezzante pietà e d’ironia sottile che vi segnasse
il sorriso; già comprendeva tutto quanto
comandasse o esprimesse dalla sua abile mano il
ventaglio irrequieto: anche, tra lui e lei, quand’ella
aveva l’emicrania — ed era spesso —, l’esperienza
e la consuetudine avevano sancita una
specie di prammatica ai modi e ai discorsi d’entrambi;
e a lui toccava parlare di mille cose per
divagarne il pensiero doloroso e pesante e a lei
bastava rispondere, a diritto o a rovescio, no,
sempre no, o sí, sempre sí.
Questo ed altro il conte sapeva della marchesa; ma una cosa non sapeva: se la marchesa avesse il cuore o non l’avesse. “L’ha o non l’ha?„ egli si chiedeva ogni giorno, e addentrandosi ogni giorno piú nella ricerca dell’ignoto n’era piú avvinto dal fascino e ogni giorno piú s’innamorava della dama e di sé medesimo perché con sua gloria resisteva a servirla.
Finalmente l’Arnisio agli scatti di stizza e alle bizze nel brio e alle arie annoiate alternando gli