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la dama fallace. | 189 |
già prima d’avvolgere lui in quegli inganni ella
forse amava Gabrio! Forse questa era stata la
pena segreta che un tempo aveva sorpresa in lei!
La rivedeva, adesso, come nel giorno che gli aveva
detto d’amarlo, lagrimosa, e come nella sera della
dedizione, vittoriosa e vinta; la vedeva, lei che
gli aveva accesa nelle vene la febbre della voluttà,
fremere ora di voluttà tra le braccia di
Gabrio, obliosa, sorridente, perfida.
Cercò imagini diverse: Gabrio che cadeva ferito sanguinando e Domitilla che gemeva nella solitudine d’un chiostro; e meditò la vendetta, la preparò con brama feroce, la pregustò con gioia feroce.
Il conte e la contessa Gabrii tornavano una sera dalla loro villa a Parma, quando, a una svolta della strada, un uomo tese il braccio armato di pistola verso il cocchio.
— Gesummaria! — fece a pena il conte, ricevendo il colpo.
Chi aveva tradito l’amicizia s’era meritato di morire; chi aveva tradito l’amore meritava di vivere, sola, nel rimpianto e coi rimorsi.