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d'un gentiluomo veneziano. | 157 |
“Voi sapete che vi partiste contra mia voglia e ch’io rimasi tra tanto duolo che come morta me ne giacevo nel letto; onde alla fine disperata, veggendo che non vi curavate né anche di consolarmi con una semplice carta, caddi in tanta gelosia, ch’ebbi ad impazzire e mi risolsi, vedendo il mio male senza rimedio, di oprar ogni sorte di malia per liberarmi di tante angoscie. Ma ragionato sopra di ciò con una mia amica, fui consigliata a lasciare quello e a fare elezione d’altro amante, e tante belle ragioni mi furono dette da lei e tanto instabile e crudele mi foste dipinto, che facile cosa fu il farmi accostare alla sua opinione. Risoluta adunque di vendicarmi per questa via e di liberarmi insieme da tante noie, attesi l’occasione, la quale non sí tosto mi venne ch’io l’abbracciai nel modo ch’avete inteso da quel crudele, che piú tosto dovea patir morte che confessarvi le cose passate tra lui e me.... Ma pazienza! La mia fortuna ha voluto ch’io spenga affatto l’amor vostro e sí m’accenda di lui che non abbia mai requie....„