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156 | passione |
a collo, e dei giuramenti, e delle promesse fatte
di viver sempre nell’oggetto amato. Sovvengaci
del vegghiar notti intere, né si partano già mai
da i nostri cuori le lagrime calde e amare che
talora e per allegrezza e per timore erano sparse
da gli occhi nostri e poscia raccolte dalle labbra
amate....„
Invano: non pentimento, non rimorsi l’avevano cambiata cosí, ma la colpa di lui che era stato lontano quattro mesi e non le aveva scritto neppure una lettera; e non s’era cambiata cosí, come diceva: ella aveva un amante. Un giorno Alvise non seppe, vide che nell’altana ove si biondeggiava i capelli al sole, ella accoglieva Fortunio. Fortunio lo scrittore delle lettere anonime! Fortunio il delatore!
Essa negò! Ma Fortunio per vanagloria e paura a un tempo disse al Pasqualigo: — è vero — ; e lei stessa, madonna Vittoria, l’aveva tratto a lei. Madonna Vittoria dové confessare, e confessò senza vergogna, con audacia, con impudenza: