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d'un gentiluomo veneziano | 153 |
dine e nei pericoli (egli doveva guardarsi da’ sicari; e certo giorno ferí tre che l’assalirono per via, e non azzardava ad andar fuori che accompagnato da tre gentiluomini: madonna Vittoria temeva che il marito l’avelenasse) le doglianze e i raffacci degli amanti divenivano piú acerbi e piú frequenti.
Per lei Alvise “aveva dispregiati gli onori della sua repubblica; per lei aveva messo a rischio l’onore offendendo, percuotendo e ferendo non solo uomini e donne di basso stato, ma di sangue nobile e alto: l’amò per tutta la vita attendendo il guiderdone della divina maestà!„ E Vittoria, di rincontro: “Le vostre crudeltà sono tante e tante che meritano che ciascuno le fugga!„
Alla fine egli le scrisse che per non accontentare i suoi, i quali volevano s’ammogliasse, partirebbe da Venezia: essa lo scongiurò che rimanesse, magari s’ammogliasse, e lo minacciò: “Vi avvertisco bene che vi potreste ancora chiamar pentito; e tenetevi a mente queste parole perché si verificheranno„. — Ed egli rimase, e n’ebbe premio di brevi gioie.