Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
d'un gentiluomo veneziano. | 149 |
perché si vendicava del marito il quale, mentre
ella era con Pasqualigo, “stava a piacere con
altrui„; ma l’invidia e la viltà la privarono pure
di consolazioni sí fugaci. Lettere anonime persuasero
il conte che la moglie lo tradiva e tentarono
persuadere madonna Vittoria che era ingannata
dall’amante: il Pasqualigo ebbe minaccie
di morte entro il termine di otto giorni se si ritrovasse
ancora una sera con Vittoria; e madonna
soffriva d’una gelosia divenuta un incomportabile
tormento.
Invano egli tentò di assicurarla che solo per nascondere il vero amore simulandone un altro corteggiava altra donna, giacché ella dubitava ogni giorno piú e ripeteva di volere uccidersi; ella che già per amore di lui non s’era curata né “di parenti, né di fratelli, né di padre, né di figliuoli„.
— “Ma ditemi — egli le scriveva per frenarla — : vi piacerebbe ch’io trasportato dall’appetito e rotto ogni freno di ragione, venissi con forza a levarvi di casa per torvi di mano di