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fessione è sempre stata ed è di donna d’onore, né mai mi sarebbe caduto nell’animo, che voi aveste usato meco sí fatta discortesia. Basta, pazienza, non resterò per questo di amarvi quale fratello....„

Ma Alvise meritava scusa, e le scriveva:


“Che cosa posso far io, infelice, per disacerbare il dolore ch’io sento dell’amarvi senza mercede? E s’io non vi facessi, per qualche vostra donna di casa, intendere i tormenti che per cagion vostra sostegno, in che modo potrei io vivere? Deh, anima mia, non vi sdegnate s’io paleso parte di quell’ardore, il quale non potrei se non con grandissimo pericolo della mia vita tener nascosto. Ma se m’astringete co ’l comandarmi, son contento d’obbedirvi.... Ben vi prego a concedermi tanta comodità ch’io vi possa parlare, o vero a dimostrarmi il modo di darvi alcuna lettera....„


Or dunque come la contessa scongiurava invano messere Alvise ad esser prudente, a non mostrare il suo ritratto ad alcuno, a non discor-