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I.

Lettere di due amanti.

Il magnifico gentiluomo Alvise Pasqualigo, tornato dopo lunga assenza a Venezia, incominciò con lettere impronti e frequenti ad esagerare a madonna Vittoria, come ogni amante che s’accinga a una difficile conquista, la forza e le pene della sua passione: per non darle noia, sette anni era rimasto lontano da lei; tre anni aveva errato pe’l mondo in vana ricerca di svaghi: sperando che ella almeno gli concedesse di svelarle a voce alcuni segreti, con le fiamme nel cuore era tornato in patria.

A messer Alvise, buon amico d’infanzia, Vittoria, la quale era moglie ad un giovane conte, rispose per lamentarsi ch’egli le mandasse delle ambasciate affidandole a servi: “La mia pro-