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136 | un'opera di pietà. |
non sentire in sé stessa il merito di averlo guarito
e non pensare che molte belle donne ne sarebbero
state orgogliose. Pensieri cattivi; e per
scacciarli ella ricordava Anastasio e l’amore di
lui; e cosí ricordava anche il torto della sua brutta
promessa: onde con la ragione combattuta e la
coscienza affannosa, o non dormiva, la notte, o
non dormiva tranquilla.
Venne, come a Dio piacque, la mattina del giorno temuto da madonna Valeria, sospirato da Anselmo Canetoli e maledetto da Anastasio Bonesi; e questi, detto addio alla moglie, con tutte le sue robe se n’andò in un luogo poco lontano ad aspettarvi l’ora di tornare travestito a casa.
Valeria socchiuse il portone dell’orto per tempo. Ma il diavolo, che spesso si diletta di trascinare con disagio ai suoi fini, mandò proprio quella sera due mercanti romagnoli in cerca di Anastasio Bonesi; e la donna, conforme il solito, dovette ospitarli in casa sua. Preparata loro la cena, ella uscí, e scorta l’ombra che supponeva l’amante, gli si accostò risoluta dicendo piano: — Messere!