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un opera di pietà. | 131 |
stessa gli era una fatica e una pena; e una sonnolenza
grave e fantasiosa l’avvolse. In questa
egli vide la morte. La morte, quale con freddo
terrore da fanciullo aveva spesso considerata dipinta,
tutta ossa, con uno sguardo nero nelle orbite
cave e profonde e con un infernale sorriso
tra le mandibole lunghe e dentute, s’avanzò scricchiolando
con la mano tesa, quasi per toccarlo
su ’l cuore, e pareva che dicesse: basta!
Egli si ritraeva con terrore freddo, gemendo. Ma la mano del mostro ricadde; dalle orbite cave gli lampeggiò una vivida luce come di due occhi di donna, e per virtú di tal luce lo scheletro a poco a poco rivestí umane forme e di donna innamorata ricevette a poco a poco la sembianza, il colore, il sorriso e una meravigliosa bellezza.
Al portento, l’infermo dié un grido di gioia; e scorse china su lui madonna Valeria.
— Messere — ella diceva —, voi avete vinto il piú duro assalto del male. — E gli tergeva la fronte soavemente.
— Dio vi rimuneri il beneficio — mormorò Anselmo, che si sentiva alleggerire e ristorare da