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un opera di pietà. 125

e pensò che tal fama gli scuserebbe l’umiltà dell’impresa.

Si mise dunque a vagheggiare la donna e a seguirla per ogni luogo e a passare sotto le finestre di lei; ma ella non lo guardava, o lo guardava senz’intenzione. Lieta invece lo vedeva e l’attendeva la cognata Cristina, la quale convinta d’avere acceso della sua bellezza un tal gentiluomo non capiva piú in sé dalla gioia. Di che messer Anselmo s’infastidiva come d’un impedimento al suo scopo e tentava altre strade che lo guidassero ad esso. Gli bisognavano piú cose per il suo palazzo, e Anastasio lo condusse a casa sua nel magazzino; ma Valeria non c’era. Allora messere Anselmo riuscí a dimesticarsi una vecchia in cui, come parente e donna di gran religione, Valeria poneva molta fiducia, e l’indusse a chiedere a madonna Valeria perché cosí ripugnasse dal suo amore e perché, s’egli per via le rivolgeva qualche parola, ella non gli rispondesse neppure, o, se le mandava lettera alcuna, la rifiutasse. La parente sedotta dall’oro promise l’opera sua; e con molti preamboli e