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la fantasima. 113


con poca fatica; e con meno fatica raccontando ai compagni le sue gaie vicende, che i compagni narravano di qua e di là, agli occhi delle donne di Forlí diveniva piú celebre che s’avesse avuta in testa tutta la glossa d’Irnerio.

Ora, madonna Lisa degli Albizeni voleva esser delle prime a esaminare come messer Guido si fosse addotrinato in Bologna; né il suo era desiderio difficile da esaudire. Già egli la vagheggiava; ed ella incontrandolo per via lo guardava come persona a cui si è pensato piú volte: alla finestra l’attendeva mostrando d’attenderlo e gli sorrideva con gli occhi. Poi al sorriso degli occhi accompagnò il sorriso delle labbra; poi rispose con segni: ella vedeva, ella capiva; e sospirava.

Guido Morlaffi cominciò dunque a scriverle delle lettere tutte miele e tutte fiori, quali s’imparavano solo a Bologna; e le gettava per la finestra; senza fallare. A cui, per bocca d’una servicina, la quale aveva istruita meglio a queste che alle altre faccende, madonna Lisa rispose che essa non aveva pace, tanto ardeva di lui, ma che il

marito le stava sempre tra i piedi: ciò perché le

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