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104 agnesina.


caduto s’arrestò dinanzi la porta. La madre dell’Agnesina, insospettita per lo scalpitio frequente del cavallo di Guglielmo e levatasi, aveva scoperta la fuga della figliuola; e la fantesca, che aveva udito da un pezzo la corsa del primo cavallo, scese anch’essa le scale, quasi ignara di tutto, e al veder Berlinghieri solo presso l’uscio cominciò anch’ella a piangere, a gridare tradimento! aiuto! corri corri!, e a dire quel che sapeva. Da che Guglielmo capì presto che il rapitore non poteva essere se non l’Imberali; e corse alla porta della città per richiedere e rimproverare i compagni. Costoro risposero:

— Vedemmo un cavallo passare di trotto e non potemmo conoscere chi vi fosse sopra. Saranno lontani, ma la via è questa. — E per quella via cavalcarono tutti e tre.

Quando giunsero all’abetaia, la luna, in ultimo quarto, era in mezzo al cielo. Guglielmo vide súbito il destriero di Riccardo e i tre pervennero tosto ove il lume della luna, fra i rami e le foglie, tremava sui due amanti felici. Alla vista i compagni ammiccarono e Guglielmo afferrò il pugnale; ma