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agnesina. | 99 |
in pace prima di giorno; ma dove andremo?„; mentre essa che non ardiva domandargli “Dove ci fermeremo?„, si fidava tutta nel cuore che sentiva battere sotto la sua mano.
La strada, dopo che i fuggitivi ebbero corso forse dieci miglia, risaliva erta per una folta e fosca abetaia, dove a Rinaldo parve di poter riposare; ed ivi ristando legò il destriere a un abete; poi, prese una mano della fanciulla e, senza piú velare la voce, le disse: — Qui, anima mia, saremo sicuri —. Alle parole di lui l’Agnesina vide che non era Guglielmo e con un grido di spavento, quasi riconoscesse un suo mortale nemico, riconobbe Rinaldo. Rinaldo si mise a supplicarla dicendo: — Agnesina, ascoltatemi e non temete di me; ma alla fanciulla s’annodarono in gola parole e singhiozzi, finché copertasi con le mani il volto in atto di vergogna e sciagura, proruppe in pianto.
— Ascoltatemi — supplicava Rinaldo fuori di sé medesimo, perché temeva di perdere la nuova speranza. — Voi mi chiamaste; io credetti che alla fine v’avesse presa pietà di me e voleste