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Ci vuol pazienza! 87


clista; guardava stupito la suocera nella cui fronte, sotto alla parrucca, balenava una luce di intelligenza ancor viva e per le cui guance grinzute cadevano, a parlar della guena, le lagrime. Essa diceva, volta al marito:

— Ogni sacrificio, piccolo o grande, ha il suo compenso; ogni dolore, il suo conforto. Se Iddio ci concedesse di vivere fimo a quando il mondo avrà bene, dopo tanto soffrire!

Rincresceva al genero di averli giudicati egoisti; già comprendeva il dispiacere che avrebbero il dì che li lascerebbe, e vedeva come si erano affezionati all’attendente.

Monterúmici, del resto, meritava quella benevolenza.

Nell’orto, in giardino, in cucina: prestava mano da per tutto; tutti lo desideravano; e dalla stalla il cavallo lo chiamava nitrendo; e lui, la cagna e il gatto ora sembravano tre creature nate per campar d’amore e d’accordo e ruzzare insieme.

Ma ahi! Rossello una mattina disparve.

Forse lo sviava una pratica fuor di stagione? O piuttosto si era, accorto ed era stanco del bromuro che l’amico seguitava a propinargli?

Due giorni stette assente. Poi, di ritorno, ne fece una delle sue.

Sedevano a desinare; la signora volgeva le spalle alla finestra aperta. D’un balzo quell’animale, e senza il minimo segno di avviso e prima che anche gli altri se ne avvedessero, le saltò su le spaile. Come percossa in ogni nervo, lei die’ un