Questa pagina è stata trascritta, formattata e riletta. |
78 | Adolfo Albertazzi |
Correva, il vecchietto, stupito lui stesso di aver le gambe ancora così svelte.
— Fermatevi! Aspettate, Ceccuti! L’ombrello servirà a tutti e due!
Ma l’altro tirava innanzi senza badargli.
Pensava: — Si stancherà, tornerà indietro; e io mi riparerò sotto la Porta Castiglione.
Se non che d’improvviso ebbe un dubbio; un senso di rimorso anche lui. E si voltò.
— Siete matto a correre così, voi? Suderete! vi prenderete un malanno! — urlava.
La compassione lo inchiodava, il buon Ceccuti, ad aspettar sotto lo squasso.
E nell’atto che Boldrighi, il quale non ne poteva più, porgeva l’ombrello all’amico, una raffica rovesciò l’arnese, e nel frangente rimasero a inzupparsi, stretti insieme, come pulcini.
Quasi non bastasse, il tram su cui pure il camminatore impavido si era rassegnato a salire, tardò parecchi minuti, che parvero secoli, e sotto la Porta Castiglione spirava un vento freddo e violento.
Poveri vecchi! Si sentirono gelar il sudore addosso.
***
...Nè la polmonite, che si buscaron tutti e due, doveva lasciar tempo all’uno di cantare una requiem all’altro.