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L'ombrello | 77 |
garsi, bevevano un bicchiere di vino, e a letto a sudare! Capite?
— Voi fate proprio così? — Ora Boldrighi, nell’ironia della dimanda, nascose il suo pensiero. Aveva deliberato di cedere l’ombrello a lui, credendo gli spiacesse rinunciare, per il temporale, alla passeggiata igienica; ma giacchè l’amico non aveva paura di bagnarsi, anzi ci avrebbe gusto a far il Romano, l’ombrello, egli, lo terrebbe per sè. E avendo l’ombrello egli non aveva bisogno di scappare come quelli che da ogni parte dei Giardini trottavano a rifugiarsi in città.
I goccioloni cominciavano a mordere la polvere; eppure nessuno dei due voleva esser primo ad alzarsi in piedi. Finchè una saetta guizzò, scoppiò poco lontano. Allora scattarono, si avviarono.
Alla barriera Ceccuti ristette a guardar in alto.
— Non piove più; sprúzzola, dicono i toscani.
Dunque: — buona notte! — E s’incamminò impavido per la sua strada, a passo da bersagliere.
Ma Boldrighi ebbe un senso di rimorso e attese.
Pochi istanti dopo si aprì la cateratta; l’acqua precipitò con furia.
— Ceccuti! Aspettate, Ceccuti! — Boldrighi si diè a gridargli dietro, e si mise a inseguirlo con l’impeto di una smania riparatrice.