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68 | Adolfo Albertazzi |
carono maestri e condiscepoli, cercarono relazioni famigliari, investigarono nella storia contemporanea della città, si raffigurarono in mezzo alle maggiori solennità e alle più famose vicende: e niente!, lo sprazzo di luce rivelatrice non veniva.
Eppure conservavano freschissima la memoria delle cose lontane.
Pensa e pensa... A un tratto Ceccuti esclamò:
— Si ricorda, lei, di una certa Rosa detta la...?
— ...la Garibaldina! — esclamò Boldrighi, arrossendo nelle gote grassottelle.
Non fu un lampo: fu la folgore a squarciare le tenebre.
Ah! ah! Guarda dove, come si erano conosciuti!
— La Garibaldina! — Ceccuti ripetè con le palpebre socchiuse.
— Sicuro! Eravamo due dei Mille!
E risero forte. Ma tosto si ritrassero da quel ricordo, che potendo avrebbero cancellato volentieri dalla loro biografia.
— Quando si è giovani... — fece l’uno, in tono di chi si scusa.
E l’altro:
— Consoliamoci che, a differenza di tanti, noi siamo ancora qua a raccontarci le nostre pazzie.
— Ah sì! Io sto benone; sano di spirito e di corpo.