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A Sant'Elpidio 65


cantava; ripresa dal fervore che nel giugno pieno di vita la natura le effondeva d’intorno, dal cielo caldo e luminoso, dai campi dorati di grano e verdi di messi, dai monti azzurri e solatii, dal fiume bianco e lucente. Cantava! Nè volgendosi sorpresa, arrossì; non si vergognò. Interruppe il canto; attese che Elena le venisse vicino. E sorrideva, in un modo...

Elena s’avvicinò per dirle (tanto, non era pazza quella vecchia?), per dirle: — Alla fine della settimana, parto. — Ma prima che parlasse la vecchia le prese di forza la mano, la costrinse a piegarsi verso di lei, sul suo petto, le accostò al viso le guance grinzose, la baciò su la fronte.

Poi si scostò d’un tratto per guardarla — oh con tutto il cuore negli occhi, con un affetto immenso! — , e mentre i lagrimoni le calavano su le grinze e sonideva: — Il Signore è buono — mormorò — . Mi ha tolto il figliolo, ma mi ha dato una figliola. Tu, sei tu, non è vero?, la mia figliola!